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Undie Hard: la recensione di Blood Red Sky

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“Yippee Ki Yay, Mutterficker.”

Per fare un bel film non basta una buona idea. Quante volte ce lo siamo dovuti ripetere dopo aver visto l’ennesima ciofeca con una premessa, Casanova mi passi l’espressione, pazzeschissima? Se bastasse una sola canzone una bella idea, non ci troveremmo mai di fronte robe tipo Old, per dirne uno. Purtroppo, o per fortuna, il meraviglioso mondo della creatività ha questa regola per cui a una bella idea deve seguire un altrettanto buon intreccio. Se hai solo una premessa matta matta matta in modo assurdo, ma ti manca tutto il resto, fai prima ad andare alla Asylum e fare il tuo elevator pitch. Vedrai che ti prendono subito, ma molto probabilmente non cambierai la storia del cinema.

Blood Red Sky, il film di cui vi vado immantinente a parlare, è il classico film del cazzo con una bella idea di partenza. Che resta purtroppo un film del cazzo. Sigla!

Partiamo da questa premessa: Blood Red Sky è un film tedesco. Un film tedesco di vampiri. Un film tedesco di vampiri su un aereo di linea. Un film tedesco di vampiri su un aereo di linea con Dominic Purcell. Ora, Dominic Purcell è proprio la classica fazza che si presta a questo tipo di operazioni, l’attore che fa “Ammerega” ma con la parcella abbordabile per una produzione europea girata con un budget moderato. Fa abbastanza ridere che il Dominic a sua volta abbia interpretato una (orrenda) versione di Dracula in Blade: Trinity, ma andiamo fuori tema: Dominic Purcell è lì per ricordarci che Blood Red Sky è un film tetesco che vuole disperatamente farci credere di essere un prodotto internazionale, DI QUALITÀ, con tutti i crismi. E, per un attimo, riesce a convincerci.

Questo lo dobbiamo non a Purcello ma, come si evidenziava poc’anzi, a una premessa tanto semplice quanto “ma perché cazzo nessuno ci ha mai pensato prima”: Die Hard with a Vampire. E coi finti terroristi veramente tedeschi! Nel momento in cui ho capito dove si andava a parare ho gridato al televisore “Now you have my attention” e mi sono messo sull’attenti.

“Forse vi ricorderete di me per…”

In pratica l’idea è questa: c’è una mamma con bambino che deve prendere un volo dalla Teteschia a Nuova Iocchi per sottoporsi a una cura sperimentale. A poco a poco scopriamo che la poverina non ha una semplice malattia del sangue: è una Vera Vampira al 100%, costretta a bere sangue per tenere a freno la trasformazione definitiva in creatura della notte. Mamma e figlio si imbarcano sul volo, ma qui succedono i cazzi: un gruppo di criminali prende il controllo dell’aereo per eseguire un colpo non meglio precisato calandosi dall’alto in maniera non meglio precisata. Tra questi c’è anche uno psicopatico che si diverte a torturare e uccidere i passeggeri e che è mal visto dai complici, incluso il boss Domenico Puccello. Il classico personaggio che sai già che morirà malissimo per ultimo e tu attendi con piacere il pay-off. Per farla breve, la povera mamma a una certa sbrocca e si trasforma in mostro assetato di sangue. A tenerla a freno c’è solamente l’istinto protettivo nei confronti del figlio, che le permette di aggrapparsi all’ultima scheggia di umanità rimasta e la spinge a tentare di fermare i delinquenti.

Mettiamoci pure un clone di Klaus Kinski pe’ nun fasse mancà ggnente.

E, fin qui, tutto bene. La prima parte del film è appunto Die Hard in volo con una vampira al posto di John McClane. È una bellissima idea: il nostro eroe non è il classico buono, ma un vampiro del cazzo, con un istinto da vampiro che faticherà sempre più a tenere a bada. Mi piace questa cosa dell’anti-eroe mostro tormentato, sono proprio curioso di vedere dove andr-

E niente. Dopo un inizio intrigante, Blood Red Sky perde totalmente il controllo e diventa l’ennesimo horror-epidemico-claustrofobico. In nome della coerenza a ogni costo, il regista e co-sceneggiatore Peter Thorwarth (ha scritto L’onda) decide che, mentre la protagonista, Nadja, era stata in grado di controllare la sua trasformazione per anni (viene morsa quando il figlio è ancora in fasce), le persone morse a bordo si tramuteranno in vampiri famelici all’istante, causando un’escalation di morti e non che non solo manda a puttane il piano criminale, ma anche la tensione accuratamente costruita nell’arco del primo atto. Mettiamoci pure che il bambino, che dovrebbe essere un po’ il cuore del film e l’unica barriera tra Nadja e un viaggio di sola andata per la Transilvania, è insopportabile. Mettiamoci anche che Blood Red Sky è il classico film europeo che si sforza talmente tanto di ricalcare strutture e stilemi del cinema americano da dimenticarsi che forse aveva qualcosa di originale da dire. Mettiamoci, infine, che dura due cazzo di stramaledette ore invece degli 80 minuti d’ordinanza per un film del genere (distribuito da Netflix, per altro). Mettiamoci tutto questo e avrete un’idea di cosa vi aspetta.

È tedesco, sta per “Il Hard”.

In tutto questo spreco di potenziale ho apprezzato almeno una cosa: il look da vampira di Nadja (interpretata da Peri Baumeister, che sta a Noomi Rapace come Logan Marshall-Green sta a Tom Hardy) rimanda platealmente a quello di Nosferatu. È dunque giustamente molto tedesco ed europeo, alla faccia di tutti st’anglo-amerigani demmerda. W Bruxelles, bitches!

Netflix and Chill quote:

“PO PO PO PO PO POOO POOO”
George Rohmer, i400Calci.com

>> IMDb | Trailer

L'articolo Undie Hard: la recensione di Blood Red Sky proviene da i400Calci.


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